In questa nuova sezione verranno inseriti articoli riguardanti le principali patologie del cane e del gatto, è scontato che la diagnosi e la cura di ogni problema rimane comunque un atto medico, che prevede come prima cosa una visita clinica dell’animale.
Il cane ingerisce una sostanza pericolosa
La prima cosa da fare sarebbe, ovviamente, non lasciare mai a portata del cane detersivi, veleni, o altre sostanze tossiche, anche le piante possono essere pericolose, un esempio può essere la cicas revoluta, le cui noci hanno un elevato grado di tossicità (mortale anche l’ingestione di 1-2 noci) come segnalato in un recente articolo su una rivista di settore.
Nella percentuale di intossicazioni deve ricevere un posto particolare il veleno per topi (warfarin o similari), tantissime persone distribuiscono le esche per i topi in giardino e il cane le va a scavare, oppure il vento le fa cadere dalla legnaia e il cane ingerisce il sacchettino con la classica polverina rosa o verde. La caratteristica principale di questo veleno è che, per uccidere i topi, deve per prima cosa essere buono da mangiare, e spesso il cane aprezza il sapore del veleno. Il veleno comincia ad agire nel giro di qualche giorno, impoverendo l’organismo dei fattori della coagulazione del sangue, per cui il topo, ma anche il cane, muore per emorragia interna.
Nella foto un esempio di esche topicide, ce ne sono di tantissimi tipi, ricordiamoci sempre che se uccide un topo, è facile che possa uccidere anche il nostro cane!
Cosa fare dunque se capita di vedere il cane ingerire qualcosa di “sbagliato”, la prima cosa è contattare un Medico Veterinario, o un Centro Antiveleni che sicuramente sa dare il consiglio giusto, ma nel “fai da te” molto spesso (ma non sempre!) è utile far espellere il tossico nel minor tempo possibile, e il sistema più sicuro e immediato è l’utilizzo dell’acqua ossigentata, che ha un forte effetto emetico nel cane, meno nel gatto, e che dovrebbe essere sempre presente in casa in un kit di pronto soccorso del cane. Anche per chi va a fare la classica “gita fuori porta”, sarebbe cosa positiva averne con se un boccetto con una siringa da 20 ml per far ingerire con più tranquillità la dose giusta. Passati 30-60 minuti dall’ingestione, spesso l’acqua ossigenata ha minor efficacia, perchè una parte di ingesta possono essere già passate nell’intestino, dove comincia l’assorbimento. In questo caso è obbligatorio l’intervento del Medico Veterinario che deciderà la miglior strategia terapeutica.
La piometra nel cane, malattia grave spesso sottovalutata dal proprietario.
Parliamo ora di alcune malattie frequentemente riscontrate sul cane, la piometra è la prima di cui vorrei discutere. Letteralmente piometra significa “Pus-utero”, tradotto”raccolta di pus all’interno della cavità uterina”, è una malattia tipica delle cagne non sterilizzate che insorge in mezza età, o anche nel cane anziano. La femmina normalmente compie due cicli estrali all’anno, l’attività ormonale è regolata dagli ormoni sessuali, gli estrogeni e il progesterone, l’estro nella cagna dura circa 15 giorni, durante i quali gli estrogeni portano ad una rigenerazione della mucosa dell’utero e contemporaneamente alla maturazione dei follicoli all’interno delle ovaie che contengono gli ovuli, che poi discendono nell’utero per venire fecondati dal seme maschile, a cavallo del 10°-12° giorno dall’inizio dell’estro (caratterizzato da perdite ematiche più o meno abbondanti) i follicoli scoppiano, gli ovuli scendono, e a posto del follicolo si forma un organello, il corpo luteo, che produce un ormone, il progesterone, che nella cagna perdura due mesi dopo la fine dell’estro. Questo ormone regola il tempo del ciclo estrale in specie poliestrali, e regola la durata della gravidanza nel caso se ne instauri una. Nella cagna il corpo luteo produce progesterone per due mesi, indipendentemente che la femmina sia gravida o meno. Uno degli effetti del progesterone è l’aumento di volume e numero di alcune ghiandole presenti all’interno della musosa uterina. L’aumento del liquido prodotto da qeste ghiandole, dopo anni di calori senza gravidanze, può risultare un terreno fertile per la crescita di batteri, che entrano probabilmente attraverso la cervice durante la fase estrale.
La piometra si manifesta molto spesso circa due mesi dopo la fine di un calore e ha dei segni clinici molto chiari (perdite maleodoranti dalla vagina), oppure anche molto vaghi, poliuria, polidipsia, abbattimento, febbriciattole, tanto che la diagnosi di una piometra può essere semplicissima nel caso di perdite, ma anche molto complicata in caso di assenza di perdite, e solo di un malessere generalizzato del cane. Capita addirittura a volte che tutti gli esami siano negativi, e si identifica con l’ecografia una dilatazione dell’utero.
La terapia della piometra può essere medica e chirurgica; la terapia medica prevede l’utilizzo di antibiotici e altri farmaci che aiutano a svuotare l’utero dall’infezione, di solito viene consigliata per cagne che hanno un valore riproduttivo elevato, sono comunque frequenti le recidive. La terapia più corretta è la chirurgia, che prevede l’asportazione di utero e ovaie. E’ un intervento spesso fatto d’urgenza, con il cane debilitato, per cui non scevro da rischi intraoperatori e post operatori, a causa di alterazioni metaboliche ed elettrolitiche intra e post operatorie, ma è l’unico che, se le condizioni del cane non sono particolarmente critiche, è realmente risolutivo.
E’ ovvio che il modo migliore per non trovarsi nella necessità di fare una chirurgia d’urgenza con il cane in pericolo di vita è quello di fare la sterilizzazione della femmina in età giovanile, quando il cane è forte, sano e supera l’intervento con una breve degenza.